Tre fabbriche gemelle in Italia, Cina e Messico per una produzione di sistemi altamente customizzati nei settori della meccanica, dell’integrazione elettronica, della robotica, del telecomunicazioni e del settore ferroviario per colossi come Bombardier, ABB, Nokia. E una tensione costante a crescere in nuovi settori e nuove aree geografiche.
«OMP Mechtron si distingue nel panorama mondiale come uno dei principali produttori europei di sistemi di meccanica custom ed integrazione elettronica. Al suo interno troviamo reparti di lavorazione lamiera, lavorazione estrusi di alluminio e fresatura, assemblaggi, cablaggi e collaudo finale. – spiega a Industria Italiana l’amministratore delegato Andrea Conte. – Nella gamma prodotti compaiono subtelai, frontali, parti meccaniche, box, integrazione elettronica e microonde. Il mercato di sbocco più importante è quello delle telecom che occupa il (39%) del fatturato, seguito dal railway (35%) e industry/robotica (10%); parti residuali sono rappresentate da energy (6%), broadcasting (6%), medical (2%) e difesa (2%). Per questa azienda brianzola con soli 30 anni di storia, il fatturato del 2016 si è attestato a 50 milioni di euro, per il 75% realizzato all’estero. Il profitto netto del gruppo è ammontato a 43 milioni, in calo rispetto ai 48 del 2015, per un semplice motivo:«L’acquisizione del nostro cliente Alcatel Lucent da parte del gruppo Nokia che ha rallentato per sei mesi le commesse del 2016» spiega l’A.D.
Da azienda commerciale a contractor
Omp Mechtron è stata fondata da Alberto Conte, il suo attuale presidente, nel 1987. Dal 2002 al fianco di Alberto è entrato nella gestione anche il figlio Andrea, che oggi ricopre il ruolo di amministratore delegato. Nata inizialmente come distributore commerciale di meccaniche 19” pollici per l’elettronica industriale, negli anni tra il 2005 e il 2007 l’azienda ha acquisito gli stabilimenti del proprio fornitore meccanico, diventando completamente autonoma per quello che riguarda la progettazione e la produzione nel campo della meccanica per elettronica.
Coincidente con questa acquisizione, arriva nella ragione sociale l’introduzione del termine Mechtron, che sottolinea con forza il senso della metamorfosi. «Si tratta di molto più di una parola: ma di qualcosa che appartiene alla missione e alla visione dell’azienda, è proprio più una maniera di pensare che un tipo di lavoro. – spiega Conte – Dall’ azienda puramente meccanica fondata da mio padre, ci eravamo via via spostati fino a fare integrazione elettronica, produzione meccanica, assemblaggio, cablaggio e collaudo finale. Adesso la meccatronica è un approccio mentale, professionale, che ci porta ad automatizzare il più possibile sia per i clienti che per la produzione interna. Una strada percorsa anche dai lavoratori, che hanno dovuto ripensarsi da puri meccanici a meccatronici, così da aggiungere sempre più valore nel prodotto finale, in termini di elettronica ed elettromeccanica».
L’internazionalizzazione
In quegli stessi anni inizia anche il processo di internazionalizzazione, che non si limita all’aspetto commerciale ma riguarda anche e soprattutto quello produttivo, con l’apertura di impianti in Cina, Messico e USA: «In questo modo abbiamo potuto raggiungere i nostri clienti laddove la domanda era crescente, e di ottenerne di nuovi; questo ci ha consentito di affinare la nostra offerta verso mercati diversi ed in espansione come il caso della robotica. -precisa Conte- OMP è oggi una multinazionale tascabile, dotata di estrema flessibilità e al contempo di una supply chain globale capace di offrire in breve tempo un prodotto non solo in linea con le richieste dei clienti ma anche molto competitivo».
In Italia
Oltre che amministratore delegato, Andrea Conte è anche il maggiore azionista del gruppo brianzolo di cui detiene il 70%, mentre il restante 30% è della sorella Maria Rita. Le sedi produttive sono al momento cinque, due in Italia e tre nel mondo. In Italia, a Usmate Velate, è situato l’headquarter che occupa una superficie di oltre 12.000 metri quadri: ospita la parte legale e amministrativa dell’intero gruppo così come gli uffici commerciali e marketing, gestionali, acquisti, amministrativi e tecnici. Il restante spazio ha destinazioni plurime:accoglie lo stock centrale delle merci che confluiscono dalle varie business unit, una linea di assemblaggio rack, subrack e kit meccanici, e un’area ESD dedicata al montaggio press-fit e al collaudo dei back-panel. A Usmate ha sede anche il reparto di NPI, quello di integrazione elettronica e cablaggi e una moderna zona dedicata al settore Microwave, nonché l’area produttiva che si occupa delle lavorazioni di estrusi di alluminio. «In Italia abbiamo anche un secondo stabilimento produttivo in provincia di Como, a Proserpio, che si occupa delle lavorazioni di lamiera e dove ha sede anche l’attrezzeria di OMP», precisa Conte.
All’estero
Dal 2009 la società è presente anche a Shanghai con l’obiettivo di servire in loco il mercato cinese e asiatico: OMP Cina opera nei mercati del telecom, del ferroviario e in molti altri settori. Lo stabilimento si sviluppa su un’area di 6.000 metri quadrati e vengono gestite in loco le aree commerciali, amministrativa, acquisti e pianificazione, nonché l’area R&D e NPI, sempre in linea con le policy del gruppo coordinate dal quartier generale. L’area produttiva è specializzata in produzione meccanica, integrazione elettronica, press-fit e assemblaggio di back-panel, controllo numerico e lavorazione della lamiera. La fabbrica cinese ospita anche una un moderna area per la mass production dei prodotti per il settore microwave.
Dal 2013, al gruppo si sono poi aggiunti altri due impianti tra loro complementari. Il primo situato nella città messicana di Guadalajara, specializzato nella lavorazione meccanica,e il secondo in USA nei pressi di Columbia, in South Carolina: entrambi sono focalizzati sul cablaggio e sull’integrazione elettronica. L’azienda ha 155 dipendenti in Italia, 100 in Cina e 56 in Messico dove mira ad arrivare a 80 alla fine di quest’anno. «Le unità produttive di Cina e Messico sono delle vere e proprie startup, copie dell’Italia: c’è un team corporate, un ufficio tecnico, ufficio qualità, finance e commerciale. Si tratta di repliche di una struttura che in Italia funziona al meglio e che serve a garantire i processi e la vicinanza ai clienti . »
L’espansione delle unità produttive all’ estero presto potrebbe approdare a una nuova meta, l’India «E’uno dei futuri prossimi Paesi dove crescere – spiega Conte – stiamo valutando da tempo. L’idea è di entrare in quella realtà entro la fine del 2018, magari con un’acquisizione, vista la difficoltà di partire da zero». L’Ad di Omp Mechtron si attende il maggior incremento in termini di fatturato soprattutto dall’estero, «il 2016 è stato in Messico il terzo anno pieno nonché quello del break-even e dal 2017 inizieremo a raccogliere utili, con previsione di raddoppiare il fatturato anno su anno. Con Alstom stiamo lavorando alla metropolitana di Guadalajara, un evento emblematico della validità della nostra strategia: una Pmi straniera che investe in loco e poi viene coinvolta nella realizzazione di infrastrutture del Paese in cui ha investito: è la quadratura del cerchio», sottolinea Conte. Nelle strategie di crescita, oltre a quella geografica, c’è anche quella settoriale. «Stiamo iniziando a parlare di collaborazioni su nuove tecnologie come la stampa 3d additiva, sempre legata alla meccatronica. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo acquisito come clienti tre grossi player della robotica e vorremmo inserirne un altro, e abbiamo iniziato a guardare anche al settore medicale».
Il mestiere di OMP
Per capire meglio qual è il mestiere di Omp, proviamo a raccontare alcune delle applicazioni pratiche dei prodotti che escono dagli impianti di Usmate Velate. Una fabbrica che è costruita con un modello di business integrato e flessibile, in cui le fasi di produzione vengono controllate direttamente per garantire livelli di qualità molto elevati.
«Ci piace definirci contractor, partner e non fornitori dei nostri clienti.- racconta Conte- Lavoriamo per lo più in progetti di co-design: l’azienda, nelle sue diverse sedi, offre un’integrazione verticale lungo la filiera per garantire soluzioni meccatroniche sempre più turn key. Di fatto non abbiamo un prodotto nostro, ma realizziamo sistemi customizzati su disegno dei clienti. Lo facciamo nei settori della robotica, nelle telecom e nel ferroviario. Proprio perché lavoriamo su disegno del cliente abbiamo bisogno di ottimizzare i flussi di produzione, e come lo facciamo è più importante dell’eventuale taglio dei costi per gli stessi clienti.
Cosa facciamo in dettaglio? – prosegue Conte – Interveniamo nei sistemi di segnalamento nel ferroviario e metropolitane, con clienti come Bombardier, Ansaldo Sts, Alstom. Noi ci occupiamo della parte meccanica, dell’integrazione elettronica e il cliente inserisce il software nei sistemi di segnalamento, ad esempio tra bordo treno e stazione,o in quelli di controllo marcia treno. Noi facciamo tutta la parte hardware. Così è per il settore telecom, dove i clienti sono Nokia, Huawei, SIAE Microelettronica: facciamo meccanica, elettronica e collaudo nell’apparato che crea il segnale in fibra ottica o mobile e il cliente fa girare la macchina con il suo software. Ancora, per la robotica, ad esempio clienti come ABB, facciamo la pate di controllo del robot: un esempio è quello del braccio antropomorfo che viene usato sulla linea da cui partono i floor cable che arrivano fino alla stazione di controllo dove c’è la persona che programma il sistema. In questo caso noi ci occupiamo di meccanica e integrazione. Co-disegnamo in tutti i settori, anche il medicale, nel quale ci siamo appena affacciati», continua Conte. Per co-disegnare, l’azienda è dotata di un laboratorio interno e di un ufficio tecnico che fa co-progettazione e R&S sui materiali. «L’Ufficio Tecnico si trova in Italia e ci lavorano 12 persone, ma ce ne sono anche altre tre che si dedicano alle ricerca in Cina e tre in Messico. Investiamo praticamente tutto in Italia, quasi il 5% sul fatturato italiano, tra il 2 e il 3% sul fatturato del gruppo».
Il percorso verso 4.0
Poiché i flussi di processo sono la fonte primaria del vantaggio competitivo, non stupisce che questa azienda sia profondamente coinvolta nel cambiamento di industria 4.0. «Non siamo ancora completamente una fabbrica 4.0.- spiega Conte- Ma abbiamo iniziato il percorso un anno fa e contiamo di portarlo a termine entro due anni.E’ un progetto importante, che riguarderà innanzitutto gli stabilimenti di Omp in Italia e per il quale abbiamo fatto rientrare il nostro general manager dalla Cina Dal lato cliente, l ’obiettivo è far sì che entro un biennio non abbia più bisogno di ricevere le conferme dell’ ordine, ma che venga messo in grado di vedere direttamente sul web dov’è il suo prodotto, in quale fase di processo si trova. Questo sarà possibile grazie all’automazione/automatizzazione della produzione e alla completa digitalizzazione dei big data», dice Conte.
La fase di informatizzazione e omogeneizzazione dei dati è già avviata : « La Cina aveva un sistema locale, il Messico usava un Oracle e l’Italia un AS400. Oggi abbiamo portato tutto su Hana, la piattaforma di Sap studiata per una forte digitalizzazione dei dati e che ci consente di fruire i dati da tablet in real time. Nei prossimi mesi, procederemo a ricanalizzare i flussi produttivi interni sostituendo le macchine non aggiornate, quelle che non potevano essere messe in rete e comunicare con persone e altre macchine. La robotizzazione della produzione, avverrà in una seconda fase. Al momento è in corso la valutazione sull’acquisto di robot collaborativi che lavorino fianco a fianco agli operai, oltre che sulla robotizzazione delle linee produttive: stiamo selezionando tutta una serie di macchinari e prevediamo di sostituire quelli obsoleti. Prevediamo di completare la metamorfosi a metà 2019», conclude Conte.
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